Qualcuno volò sul nido del cuculo

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view post Posted on 26/10/2010, 19:49




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IL FILM

Qualcuno volò sul nido del cuculo è un film di Miloš Forman, che ha segnato la storia del cinema nella trattazione innovativa di un argomento molto delicato come il disagio relativo agli ospedali psichiatrici.

Uscito nel 1975, il film è tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey, pubblicato nel 1962 e tradotto in italiano nel 1976 da Rizzoli Editore. L'autore scrisse il libro in seguito alla propria esperienza da volontario all'interno del «Veterans Administration Hospital» di Palo Alto, in California.

Il film denuncia in maniera drammatica il trattamento inumano cui sono sottoposti i pazienti ospitati nelle strutture ospedaliere statali, verso cui vige un atteggiamento discriminatorio alimentato dalla paura dell'aggressività dell'alienato mentale.

La psichiatria è un tema che ha influenzato spesso la storia del cinema (basti ricordare Frances, La seconda ombra, Hans, Cade il cielo, La partita infinita). La tecnica cinematografica, fatta solo di immagini, riesce bene a rappresentare direttamente molteplici aspetti della psiche umana.

La domanda di fondo che il film suscita riguarda l'esistenza di una base certa che funga da parametro nello stabilire la linea di demarcazione che separa il mondo della normalità da quello della follia. Nel film, la pazzia è vista come un "non luogo", come un qualcosa che il protagonista ha dentro di sé e vuole portar fuori, quasi a voler dire che in fondo una certa dose di pazzia è insita in ogni uomo, anche in chi non viene ricoverato in manicomio.

Emerge quindi una visione relativista del concetto di follia, tanto che durante il film può nascere il dubbio se nel manicomio i veri malati siano proprio i pazienti, e non gli infermieri e i medici che li curano e che hanno anche loro i propri problemi psicologici, più o meno visibili. Si crea quindi un contesto in cui l'idea di normalità perde notevolmente significato.

IL TITOLO

Il titolo è altamente simbolico, ma la traduzione italiana limita la comprensione effettiva del suo significato. Letteralmente riprende il verso di una filastrocca: One flew east, one flew west, one flew over the cuckoo's nest ("Uno volò ad est, uno volò ad ovest, uno volò sul nido del cuculo"). Il termine inglese "cuckoo" indica propriamente il cuculo, ma in senso traslato significa anche "pazzo" e quindi il titolo potrebbe essere tradotto con "qualcuno diventò pazzo".
Il cuculo non costruisce un proprio nido ed è solito deporre le sue uova in quelli altrui. I piccoli di cuculo, una volta venuti al mondo, spingono fuori dal nido i figli degli uccelli che lo hanno costruito. Questa prole adottiva viene poi nutrita dai nuovi genitori che, guidati dall'istinto, continuano ad accudire i nuovi nati come se fossero i loro.
Per metafora, il nido è il manicomio e il cuculo è l'infermiera capo, che con il suo staff si insinua nelle loro menti e se ne impossessa, di fatto distruggendone ogni potenzialità. Quel "qualcuno" del titolo che "volò" sul nido del cuculo è proprio Randle Patrick McMurphy (interpretato magistralmente da Jack Nicholson), che smaschera il carattere repressivo e carcerario dell'istituzione

CRITICA

Il film ha ricevuto cinque premi Oscar tutti assieme, cosa che non succedeva da 40 anni. Premio Oscar per il miglior film dell'anno, per il miglior regista, a Milos Forman, per il miglior attore protagonista a Jack Nicholson, che ha interpretato McMurphy, per la miglior attrice protagonista, a Louise Fletcher, che ha interpretato la Caposala Ratched, e per la sceneggiatura. La pellicola ha continuato a vincere un totale di ventotto premi. La pellicola ha ricevuto recensioni miste dai critici. Roger Ebert (che vincerà successivamente il premio Pulitzer) ha sostenuto che "Qualcuno volò sul nido del cuculo" è una pellicola così buona in tante sue parti che c'è la tentazione di perdonarla quando va male, cioè nei momenti in cui insiste sul fare più grandi certi punti di quel che la storia realmente dovrebbe trasmettere, di modo che alla fine le qualità umane dei personaggi si perdono nel significato dell'insieme. Attualmente, la pellicola è considerata come uno dei migliori film americani ed è al 33° posto sulla lista dell'Istituto Americano dei Film; l'infermiera Ratched è al 5° posto sulla lista dei 50 grandi furfanti e il film si pone all'8° posto nell'Internet Movie Database.

Nel 1993 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Dal 1975 al 1987, per dodici anni, la pellicola è stata proiettata nei cinematografi svedesi, ottenendo un ulteriore record.

Malgrado il film sia per la maggior parte svolto nel dormitorio/soggiorno di un reparto psichiatrico, vengono dibattuti temi universali e fondamentali della vita, come la contestazione, i diritti dell'individuo, la violenza sessuale sui minori i Nativi Americani, le intolleranze etnico culturali, la letteratura americana, il disagio psichico, la follia, l'handicap e la malattia mentale in rapporto con la società.


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